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Digitalizzazione: “Pmi pronte ma sui bandi per la PA serve più informazione”
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Digitalizzazione: “Pmi pronte ma sui bandi per la PA serve più informazione”

Vittoria Carli, vicepresidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici: “Aziende hanno capacità di affiancarsi alle amministrazioni, alcune però faticano a partecipare”

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione attraverso i fondi del PNRR è una “grande opportunità” per le imprese Ict che possono diventare alleate delle amministrazioni locali ma devono essere ben informate: “Diverse imprese faticano a trovare la chiave per poter partecipare” ai bandi, ad avere chiaro in che modo e con che gare saranno affidati i fondi. A sottolinearlo è Vittoria Carli, vice presidente con delega alla Trasformazione digitale e all’internazionalizzazione di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici  e
presidente della Sezione Information Technology di Unindustria.

Con il PNRR ci sono 6 miliardi di euro sul piatto per la digitalizzazione della PA. Le imprese si stanno dimostrando pronte?
Una grande opportunità che dobbiamo senz’altro cogliere e anzi, dobbiamo verificare che siano strade percorribili per tutte le imprese. Il PNRR è una formidabile occasione per valorizzare l’IT e il software made in Italy, tante medie e piccole eccellenze, fortemente specializzate e con grande conoscenza dei territori che possono essere “alleate” strategiche per le amministrazioni pubbliche, in particolare quelle locali e regionali. Conoscono i bisogni del territorio e dei cittadini, vivono nella quotidianità, possono essere un volano importante di sviluppo e crescita del pubblico locale avvicinandolo alle esigenze reali di imprese e cittadini. Quindi direi che sono pronte ed hanno tutte le competenze e le capacità per rispondere ed affiancarsi alle amministrazioni. Ma ovviamente devono essere capillarmente informate ed in questo giocano un ruolo fondamentale Federazioni e Associazioni. Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, a valle del webinar informativo organizzato a marzo, sta puntando ad un nuovo ciclo informativo, più capillare e di dettaglio. La territoriale di Unindustria è anche molto presente su questi temi con la Sezione Information Technology; peraltro  rappresentiamo nel Lazio, che  è il secondo mercato Digitale in Italia, una quota di investimenti in tecnologie digitali pari al 16,5% sul totale nazionale, con grandi aziende multinazionali del settore insieme a molte aziende medie e piccole altamente innovative.
Certo dobbiamo dircelo, ancora diverse imprese interessate faticano a trovare la chiave per poter partecipare, per attingere a fondi e progetti anche se i Comuni ed enti locali sembrano essere pronti, o quasi, e con un tasso di readiness veramente interessante, stanno iniziando a mettere in pista i fondi anche grazie agli ultimi decreti di stanziamento.

 

Sono i grandi gruppi, già strutturati per rispondere a bandi e nuovi progetti, i grandi beneficiari o anche le PMI stanno sfruttando la loro presenza sul territorio? Stanno nascendo delle alleanze virtuose?
Ancora è presto per fare un primo bilancio, credo che solo a fine anno saremo veramente in grado di tirare le somme di questo primo step. Posso solo dire che c’è un fortissimo impegno del dipartimento per la Trasformazione Digitale affinché la macchina sia efficace e vada a goal. Credo che sia una sfida importante per tutti, per la Pubblica Amministrazione, per le imprese italiane e per i cittadini, in termini di crescita, competitività del sistema pubblico e privato, in termini di sicurezza, razionalizzazione, ed efficienza dei servizi. Certamente i grandi gruppi, di grandi dimensioni, sono già pronti ai nastri di partenza ed in qualche caso già partiti: sono strutturati sono quelli che battono i tempi e azzerano le distanze. Le piccole iniziano a misurarsi ora ma non sempre hanno chiaro come questi fondi ricadranno sul territorio, e soprattutto con quale strumento tecnico si dovranno confrontare per l’affidamento. Si va sul mercato elettronico, sul nuovo MEPA? Sarà una gara sotto o sopra soglia?  Ecco, in questo secondo noi c’è ancora molto da fare, prima di tutto perché gli stessi enti locali e comuni scelgano strumenti utilizzabili dalle PMI dei territori. Poi occorre lavorare su strumenti efficaci per favorire la partecipazione di medie e piccole imprese in rete, in raggruppamenti o consorzi. Ma vere e proprie alleanze strategiche e non “di comodo” che devono essere valorizzate introducendo meccanismi premiali e rivedendo tutti quegli aspetti normativi e amministrativi, lacci e lacciuoli che oggi bloccano le aggregazioni in rete. Certamente riteniamo fondamentale il ruolo e l’impegno dei grandi committenti pubblici nel promuovere soluzioni che spingano l’aggregazione di grandi, medie e piccole imprese, riconoscendo vere e proprie premialità in fase di valutazione delle offerte.  

Cloud, data center, cybersicurezza e data protection, interoperabilità, pagamenti con PagoPa e Io sono i settori a cui il PNRR destina le maggiori risorse per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Sono queste, anche dal punto di vista degli imprenditori, le priorità per una PA efficiente?
Le chiavi per una PA efficiente sono diverse ma metterei al primo posto la qualificazione della PA, indispensabile ormai. Senza reali competenze, adeguate e di altissimo livello, nessun piano di digitalizzazione può camminare sulle sue gambe.  Su questo possiamo dire che è stato fatto un importante lavoro del ministro Brunetta ma siamo ancora all’inizio e confidiamo che si possa andare avanti.  
Poi certamente vanno razionalizzate e potenziate le infrastrutture e occorre un piano di sviluppo del cloud ben incardinato nel progetto europeo Gaia-x ed allineato ai principi di sovranità, trasparenza, interoperabilità e sicurezza dei dati, fondamentale per valorizzare e far crescere la data economy. Su questo abbiamo molto lavorato come Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, a partire dall’avvio del progetto europeo Gaia-x. Ma manca ancora il punto di caduta nazionale, l’HUB italiano Gaia-x capace di far convergere imprese, associazioni, enti di ricerca e università, fornitori dei dati e provider popolando i cosiddetti “data spaces”.
Accanto a questi pilastri certamente fondamentali, è necessario però porre attenzione anche, anzi direi soprattutto, al contributo strategico che può imprimere l’Amministrazione pubblica al rafforzamento e alla qualificazione dell’offerta di servizi digitali e dell’IT. Un contributo strategico che deve riuscire a far crescere attraverso processi di aggregazione virtuosa le tantissime PMI che hanno importanti progettualità, specializzazione e che possono disegnare nei territori con le amministrazioni locali servizi customizzati ad alto valore aggiunto.

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